A partire dal 2020 per sostenere l’economia dei nuclei familiari all’interno dei quali sono presenti uno o più figli minori oppure maggiorenni, a patto di essere a carico, è stato introdotto il cosiddetto assegno unico per i figli dedicato alle famiglie con figli a carico e calcolato secondo il reddito.
Nella Manovra di Bilancio 2021, varata di recente, sono state introdotte alcune novità attraverso il Nadef, la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, che approfondiamo nel dettaglio nei prossimi paragrafi, con tutte le informazioni utili per comprendere a chi è dedicata questa misura, a quanto ammonta l’assegno e come richiederlo.
Per l’anno 2021 la misura è stata rifinanziata con un importo pari a 3 miliardi di euro per il 2021 e con 5,5 miliardi per il 2022.
In questo articolo parliamo di:
A chi è dedicato l’assegno unico per i figli
Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2021, sono state introdotte alcune novità in merito alla misura denominata assegno unico per i figli, che nella versione precedente, quella lanciata nel 2020, comprendeva solo alcune categorie di contribuenti.
Tra le novità troviamo infatti l’estensione dell’assegno anche ai lavoratori autonomi e agli incapienti, coloro cioè che hanno un reddito molto basso, al punto da non essere nemmeno nella condizione di dover presentare la dichiarazione dei redditi.
Ecco quindi la lista completa della nuova platea dei beneficiari:
- Lavoratori dipendenti
- Lavoratori autonomi
- Liberi professionisti
- Incapienti
- Figli maggiorenni (iscritti a percorsi di formazione o tirocini)
ATTENZIONE: per ottenere l’assegno è necessario essere cittadini italiani, cittadini europei o in possesso di regolare permesso di soggiorno sul territorio nazionale.
Meccanismo di assegnazione
L’assegno unico per i figli viene erogato – a partire dal settimo mese di gestazione – e per ogni figlio a carico, fino al compimento del 21mo anno di età della prole. Una maggiorazione pari al 20% dell’importo spettante viene calcolata per ogni figlio successivo al secondo.
Ciò significa un determinato importo per i primi due figli, e lo stesso importo – maggiorato del 20% – dal terzo figlio in poi.
L’importo è rappresentato da una quota fissa e una variabile.
Per ciò che concerne la determinazione della parte variabile, essa è calcolata in base ad alcuni criteri, come per esempio il numero dei figli a carico, la loro età, e il coefficiente ISEE – Indicatore della Situazione Economica Equivalente – che cambia, per ovvie ragioni patrimoniali e di reddito, per ogni nucleo familiare.
ATTENZIONE: per i figli che compiono la maggiore età, essi dovranno iscriversi a percorsi di formazione scolastica, tirocini, o essere in possesso dello stato di disoccupazione per continuare a ricevere l’assegno.
Importo dell’assegno unico per i figli
L’importo va da un minimo di 200 a un massimo di 250 euro per figlio. Come già accennato nel paragrafo precedente, la cifra dipende dal coefficiente ISEE del nucleo familiare.
Essendo composto da una quota fissa e da una quota variabile, la parte fissa corrisponde a una cifra che va da 50 a 100 euro, e la parte variabile si ottiene dal calcolo derivante dalla verifica dell’ISEE.
ATTENZIONE: se l’ISEE dovesse superare i 60.000 euro si annullerà la parte variabile dell’assegno che non sarà quindi conteggiata.
Maggiorazione per i figli disabili
Nel caso in cui uno o più figli siano stati riconosciuti disabili, l’importo dell’assegno unico subirà una maggiorazione dal 30% al 50% dell’importo base. Per il calcolo finale dell’assegno per i figli disabili sarà fatta una verifica attraverso la situazione reddituale familiare.
Come si chiede l’assegno unico
L’assegno unico entrerà in vigore dal 1° Luglio 2021. Entro questa data, per coloro che sono in possesso delle caratteristiche richieste, è necessario farsi preparare – recandosi presso un patronato – l’indispensabile modello ISEE.
Erogazione dell’assegno: due modalità a scelta
L’importo, che può arrivare a un massimo di 3.000 euro nel corso dell’anno, può essere erogato direttamente dall’INPS tramite un assegno, oppure calcolato in busta paga.
E’ il contribuente a scegliere tra una delle due modalità di erogazione.
Quali altre misure sostituisce l’assegno unico
Con l’introduzione dell’assegno unico, che è diventato una misura strutturale, saranno via via cancellate altre misure attualmente in vigore, come per esempio:
- L’assegno di natalità o bonus bebè
- Il bonus mamma di 800 euro
- Le detrazioni per figli a carico
- L’assegno al nucleo familiare con almeno tre figli minori
- Il fondo di sostegno alla natalità
- L’assegno familiare in busta paga
Conclusioni
L’economia delle famiglie italiane a causa delle terribile crisi economica aggravatasi con l’avvento dell’emergenza sanitaria, è indubbiamente colpita alla radice a causa – spesso – della perdita del lavoro e della necessità di far fronte alle spese accedendo ai risparmi.
Per tali ragioni sono stati creati tanti bonus e sussidi, ma non tutti sono dell’idea che questo tipo di soluzioni siano quelle che rimetteranno in sesto l’assetto socio-economico del paese.
Tu cosa ne pensi? Sei tra coloro che sostengono bonus e sussidi o tra i cittadini che sperano che le risorse economiche siano spese per creare maggiori opportunità in special modo per ciò che riguarda il lavoro?
Se vuoi farci conoscere il tuo punto di vista su questo tema scrivici, utilizzando il modulo online Raccontaci la tua storia.
Saremo lieti di pubblicare il tuo modo di vedere la questione anche per dare altri spunti di riflessione ai nostri lettori. Ti aspettiamo!
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