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Cosa puoi fare in caso di revoca o sospensione dell’invalidità civile

Il sistema giuridico nazionale prevede una particolare misura di sostegno per i cittadini che abbiano perso, in percentuale parziale o totale, l’abilità al lavoro e la capacità di concorrere autonomamente al proprio mantenimento.

Si tratta del riconoscimento dello stato di invalidità civile, che la nostra Costituzione prevede all’articolo 38. Ecco cosa recita:

Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L’assistenza privata è libera“.

Come si può ben comprendere, sono disposizioni molto importanti per l’inclusione sociale e lavorativa delle persone che, alla nascita o per cause conseguenti a malattie o incidenti, vedono ridursi le loro capacità, fisiche e psichiche.

Che cos’è l’invalidità civile

Tra le misure di sostegno che sono riconosciute agli invalidi vi è anche un assegno mensile denominato pensione di invalidità che può essere erogato a patto di presentare determinati requisiti. Esiste anche un assegno mensile di sostegno al reddito per chi versa in gravi difficoltà economiche.

L’assegnazione della pensione di invalidità presuppone l’attivazione di un iter ben preciso, alla fine del quale, se esistono i presupposti, la commissione composta da medici specialisti determina l’approvazione.

Attraverso questo articolo di approfondimento vogliamo offrire una panoramica su tutto ciò che concerne questo ambito di importante interesse sociale e su quali sono le possibili soluzioni nel caso in cui si dovesse ricevere una sospensione o una revoca del sostegno economico o una riduzione della percentuale d’invalidità.

Come si valuta la percentuale d’invalidità

I cittadini che presentano menomazioni o mutilazioni dalla nascita oppure acquisite, per esempio a causa di un incidente stradale, o se le patologie compromettono la capacità lavorativa o anche di studio, possono procedere con la richiesta di valutazione della percentuale d’invalidità.

E’ il Ministero della Salute a stabilire, attraverso apposite tabelle, le percentuali di invalidità che sono calcolate in base al tipo di menomazione e all’impatto sullo svolgimento del lavoro e dello studio.

Lo stato di invalidità civile viene riconosciuto se la somma dei punti percentuali, a margine della valutazione dello stato di salute della persona della persona raggiunge almeno il 33%.

La valutazione viene eseguita da una speciale commissione di medici, tra cui professionisti che lavorano per l’Inps.

BUONO A SAPERSI: le persone che diventano invalide a causa di incidenti avvenuti sul lavoro o per servizio non rientrano tra coloro che possono accedere ai benefici previsti per gli invalidi civili. Per queste persone esistono normative e agevolazioni di tipo diverso.

Percentuali d’invalidità e agevolazioni previste

In base al punteggio percentuale di invalidità che viene riconosciuto dalla commissione di esame, sono previste alcune agevolazioni, ecco di seguito quali:

  • 33% – si possono ricevere gratuitamente protesi e ausili sanitari attraverso il SSN
  • 45% – gli invalidi in età lavorativa possono iscriversi alle liste speciali del collocamento
  • 50% – questa percentuale da diritto a ottenere congedi per cure mediche
  • 66% – scatta il diritto all’esenzione dal ticket sanitario
  • 74% – viene erogato l’assegno mensile calcolato in base al reddito percepito e per 13 mensilità
  • 100% – si ottiene la pensione di inabilità e se l’invalido presenta gravi problemi di deambulazione può chiedere l’assegno di accompagnamento

BUONO A SAPERSI: se nel corso del tempo, dopo l’assegnazione di una percentuale di invalidità minore al 100%, si dovesse presentare un aggravamento delle condizioni, oppure sopravvenissero altre patologie, si può chiedere una nuova valutazione per stabilire se si ha diritto a un aumento della percentuale.

Visita di revisione, diminuzione della percentuale e revoca dell’invalidità civile

Se la commissione approva la sussistenza di una certa percentuale di invalidità civile, esistono due diversi tipi di decisione: la prima è quella che conferma l’invalidità ma la ritiene da valutare periodicamente per stabilire eventuali miglioramenti ma anche peggioramenti, nel qual caso si potrebbe verificare anche un aumento della percentuale.

La seconda invece è quella che conferma definitivamente lo stato di invalidità civile del cittadino: in questo caso non si procederà con altre visite di verifica.

Per capire se il proprio stato di invalidità è rivedibile o meno, basta leggere ciò che è riportato sul certificato che viene rilasciato al cittadino e che contiene tutti i dati dell’invalido, l’esito dell’accertamento medico, le patologie che sono state riconosciute come invalidanti, la percentuale assegnata e l’eventuale rivedibilità.

Diminuzione della percentuale di invalidità

E’ proprio in relazione ai casi di invalidità civile rivedibile che a volte si possono verificare revoche o diminuzioni delle percentuali stabilite inizialmente.

Quando accade di essere chiamati a visita di revisione la commissione, che è composta da medici specializzati nelle patologie del singolo cittadino e integrata con un medico dell’Inps, valuterà se la situazione è immutata rispetto alla visita precedente, oppure se ci sono stati miglioramenti.

In questa seconda ipotesi scatta la diminuzione della percentuale che era stata assegnata alla verifica precedente. D’altronde, se le condizioni di salute sono in via di miglioramento, scatta una diversa valutazione dello stato di invalidità.

E’ pur vero che a volte i medici possono dare una valutazione basata solo sulla lettura dei certificati medici, degli esami diagnostici e della valutazione attraverso l’esame obiettivo del cittadino. Questo può dar luogo a fraintendimenti e a pratiche che vengono valutate negativamente, gettando alcuni nella disperazione.

Più avanti apprenderai come si può presentare un ricorso avverso la decisione della commissione di diminuire la percentuale di invalidità civile.

BUONO A SAPERSI: quando si viene chiamati a visita di revisione, è indispensabile portare con sé tutta la nuova documentazione medico sanitaria, composta da certificati medici, eventuali lastre o altre visite diagnostiche, da fare analizzare ai medici che compongono la commissione.

Maggiori saranno le informazioni documentali presentate, più semplice sarà il compito dei medici verificatori. I certificati medici e gli esami diagnostici non dovrebbero mai essere più vecchi dei sei mesi precedenti alla visita.

Revoca dell’invalidità civile

Le agevolazioni previste per chi viene riconosciuto essere invalido civile, non sono garantite per sempre, almeno non per tutti. Quando si parla di revoca ci si riferisce fondamentalmente all’annullamento del diritto a ricevere la pensione d’invalidità o l’assegno mensile di assistenza.

Esistono infatti alcune situazioni che possono addirittura far prendere alla commissione la decisione di revocare queste agevolazioni.

Motivi di sospensione e di revoca

Fondamentalmente, l’erogazione dell’assegno di invalidità viene revocato per i seguenti motivi:

  • diminuzione della percentuale al di sotto del 74%
  • modifiche nel tetto reddituale annuo
  • omessa o ritardata presentazione della dichiarazione reddituale
  • quando non ci si presenta alla visita di revisione

Nel primo caso, se viene diminuita la percentuale d’invalidità al di sotto del 74% l’assegno mensile si perde automaticamente. Si può provare comunque a presentare ricorso.

Se la situazione reddituale dell’invalido civile cambia e non è più aderente ai requisiti richiesti per legge, ecco che scatta anche in questo caso la revoca dell’agevolazione economica.

Il terzo caso è un po’ diverso, anche se gli effetti – almeno momentanei – sono gli stessi. Si tratta degli invalidi civili che ritardano oppure omettono l’obbligatorio invio all’Inps della situazione reddituale. Questo comportamento si traduce con una sospensione dell’erogazione dell’assegno e se la situazione permane, quindi il cittadino non procede a inoltrare entro i tempi stabiliti la documentazione reddituale, allora scatta la revoca dei benefici.

Annualmente, infatti, l’Inps attende la ricezione delle dichiarazioni reddituali anche da parte dei beneficiari delle agevolazioni erogate dagli invalidi civili. Se questi documenti non vengono trasmessi, entro febbraio salvo deroghe che vengono comunicate pubblicamente, l’Ente provvede a sospendere i benefici fino a revocarli.

Infine, non è consigliabile evitare di presentarsi alla visita di revisione, a meno di non avere un motivo che giustifichi l’assenza che deve comunque essere comunicata in tempo utile. Se non si avverte la commissione che si è impossibilitati a presentarsi nel giorno e nell’orario stabiliti, scatterà la revoca immediata delle prestazioni.

BUONO A SAPERSI: la revoca può avvenire anche per modifiche relative alla cittadinanza o alla residenza.

Preavviso di sospensione

Non sempre il cittadino omette o ritarda l’invio dello stato reddituale per mancanza di volontà: le ragioni possono essere di varia natura e a volte anche gravi.

Per tale ragione l’Inps non procede immediatamente con la sospensione dei benefici economici, ma in prima battuta invia un preavviso di sospensione comunicando i termini entro i quali si deve procedere a sanare la situazione.

Questo preavviso viene inviato tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno e contiene l’invito a procedere con la ricostituzione reddituale entro 60 giorni dalla ricezione della raccomandata.

In questo arco di tempo la prestazione economica continua a essere erogata ma attenzione: alla scadenza del termine stabilito ecco che arriva la sospensione vera e propria e l’importo non viene più versato.

Anche in questo caso il cittadino riceve una raccomandata con ricevuta di ritorno attraverso la quale viene informato della sospensione e di avere ancora 120 giorni di tempo per procedere con la ricostituzione reddituale.

Trascorso questo ulteriore periodo scatta la revoca.

ATTENZIONE: nel caso in cui l’Inps revochi le prestazioni economiche a causa del mancato invio della dichiarazione reddituale, chiederà anche la restituzione delle somme percepite per ogni anno di reddito che non è stato dichiarato. Meglio quindi non dimenticare quest’importante appuntamento annuale.

Ma cos’è la ricostituzione reddituale? Cerchiamo di capire qualcosa di più…

Ricostituzione reddituale per evitare la revoca dell’invalidità civile

Con il termine ricostituzione reddituale si indica il ricalcolo dei redditi percepiti dall’invalido civile, pratica da non confondere con la ricostituzione dei redditi per la determinazione dell’importo della pensione di invalidità.

In questo caso, infatti, è necessario dimostrare all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, che la situazione reddituale non è cambiata e che quindi si ha diritto a percepire l’assegno di invalidità.

Documenti necessari

Per procedere alla ricostituzione reddituale sono necessari i seguenti documenti dell’invalido civile:

  • codice fiscale
  • documento d’identità
  • certificate di invalidità civile
  • documentazione reddituale

A chi rivolgersi

Muniti dei documenti sopra elencati è il momento di rivolgersi a un CAF o a un patronato, oppure accedere alla piattaforma web dell’Inps se si è in grado di avviare autonomamente l’iter in formato digitale. E’ comunque consigliabile farsi assistere da un esperto in materia per non rischiare errori.

Presentare un ricorso dopo la sospensione dell’invalidità civile

Passiamo ora a una serie di informazioni importanti e relative alla presentazione di un ricorso se si ritiene che la decisione presa dalla commissione di diminuire la percentuale di invalidità sia ingiusta.

Esistono due diversi tipi di ricorso in casi simili:

  • il ricorso giurisdizionale relativo alla sfera sanitaria
  • il ricorso amministrativo in merito alla concessione delle provvidenze economiche

Per capire meglio il significato di questi due diversi tipi di ricorso continua a leggere i paragrafi che seguono.

Ricorso giurisdizionale

La via giudiziaria si intraprende quando si ritiene che la commissione medica per il riconoscimento dell’invalidità civile abbia preso un’ingiusta decisione a fronte della situazione documentata dal richiedente.

La tempistica di un ricorso giurisdizionale prevede che esso sia presentato entro 6 mesi dalla ricezione del verbale emesso a fronte della visita.

ATTENZIONE: scaduto il termine di 6 mesi non si potrà più procedere con la presentazione del ricorso ma sarà necessario presentare una nuova domanda amministrativa.

Se si intende procedere con un ricorso di questo genere è molto importante avviare un iter ben preciso, che inizia con il rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto previdenziale.

Come funziona il ricorso giurisdizionale

La prima fase è rappresentata dalla consulenza legale. L’avvocato, specializzato in diritto previdenziale, raccoglierà tutte le informazioni relative al caso e tutti i documenti attestanti lo stato di salute del cliente, oltre ovviamente ai documenti relativi ai verbali rilasciati dalla commissione che ha rifiutato la richiesta di riconoscimento dei benefici.

Se si intende impugnare il verbale sanitario, sarà poi necessario sottoporsi a una perizia tecnica preventiva alla presenza di un CTU Consulente Tecnico d’Ufficio – assistito da un medico dell’Inps.

Questo delicato passaggio avviene quando il giudice prende in carico la pratica e trasferisce la competenza al CTU.

A questo punto il consulente dovrà redigere un verbale. Il giudice entra nuovamente in scena per fissare un termine perentorio di 30 giorni, entro i quali le parti dovranno decidere se quanto è stato stabilito dal Consulente Tecnico d’Ufficio soddisfa le aspettative.

ATTENZIONE: se entro il termine perentorio di 30 giorni le parti non intervengono a dare il proprio parere, il giudice procederà con il decreto di omologazione dell’accertamento che non sarà più modificabile e nemmeno impugnabile.

Al contrario, se durante i 30 giorni una delle parti contesta il verbale del CTU, allora si procederà con l’apertura del giudizio, che permetterà di chiarire le ragioni della contestazione.

Ricorso amministrativo

Passiamo al ricorso amministrativo che copre un ambito totalmente diverso da quello trattato in precedenza.

In questo caso si ricorre a questo tipo di soluzione nel caso in cui la commissione abbia deciso di rigettare una richiesta di riconoscimento dei benefici economici, quindi la pensione d’invalidità o l’assegno di assistenza mensile, oppure quando i benefici vengono revocati.

Come si presenta un ricorso amministrativo

Nel caso in cui si desideri procedere con l’impugnazione di un parere avverso o alla revoca dei benefici economici si deve procedere inoltrando il ricorso esclusivamente per via telematica.

Ecco la procedura da seguire se si desidera attivarsi autonomamente:

Dopo aver inoltrato la documentazione richiesta, secondo la normativa vigente l’Inps deve rispondere entro 30 giorni, anche se sono stati previsti casi di deroga a questo termine.

Per maggiori informazioni in relazione ai termini è possibile leggere il documento che offre una panoramica dettagliata dei termini e del regolamento: Regolamento dei termini di definizione.

Emilia Urso Anfuso

Giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica.
Collabora con Novella2000, il settimanale Visto (interviste a personaggi della politica, della cultura e dello spettacolo) e per altre testate giornalistiche, tra cui il quotidiano Libero per i settori politica, economia e attualità
Scrive da diversi anni per i siti di informazione online del Gruppo Puntoblog Media: consumatori.blog, assistenza-clienti.it e lavoratori.blog.
Fondatrice e direttore responsabile, dal 2006, della testata giornalistica di informazione online: www.gliscomunicati.it
Sociologa
Esperta di comunicazione
Ideatrice e conduttrice della trasmissione video MediaticaMente e del ciclo di trasmissioni "Racconti investigativi" insieme al Luogotenente dei crimini violenti del ROS dei Carabinieri Rino Sciuto
I suoi libri sono in vendita su Amazon

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