Sul caso Ryanair, o per meglio dire sul caos, è necessario seguire gli avvenimenti per comprendere – o cercare di comprendere – cosa stia accadendo all’interno dell’organizzazione della famosa compagnia di voli low-cost.
Tutto è iniziato quando molti piloti della compagnia aerea hanno letteralmente incrociato le braccia, lasciando a terra i passeggeri. Ma cosa si cela dietro tutto ciò che sta accadendo? E qual è attualmente la situazione? Scopriamolo insieme.
In questo articolo parliamo di:
Personale sfruttato, poche tutele e contratti poco trasparenti
Tra le problematiche a monte del caos scatenatosi in Ryanair, troviamo contratti di lavoro capestro, sia per ciò che riguarda i piloti che gli assistenti di volo.
Grazie ad alcune interviste rese da persone che lavorano – o lavoravano – presso la compagnia di volo low-cost, è stato possibile ricostruire un quadro a dir poco imbarazzante.
Ecco cosa ha dichiarato un pilota Ryanair: “Soltanto il 30% di noi lavora per Ryanair in modo diretto, gli altri lavorano per broker, per agenzie, sono liberi professionisti, freelance. Ci sono contratti che non prevedono la possibilità di farsi assistere da una associazione nazionale o un sindacato e questo vuol dire non avere nessuna tutela né diritto”.
E per quanto riguarda la mobilità all’interno della rete europea di Ryanair: “Vieni spostato da una parte all’altra. Non hai una prospettiva, una stabilità. Tutto questo deve in qualche modo cambiare. Ma io non ho molte speranze”.
Insomma, non è affatto un bel quadro quello che sta emergendo.
Poca sicurezza in volo
Oltre ciò, si sta delineando anche un quadro poco chiaro per ciò che riguarda la sicurezza in volo, che secondo altre testimonianze, verrebbe messa a dura prova anche a causa dei turni incalzanti imposti ai piloti, che verrebbero pagati esclusivamente per le ore di volo effettivamente realizzate, cosa che ha determinato per lungo tempo, il fatto che molti di essi, pur di lavorare e guadagnare, abbiano dovuto decidere di recarsi in servizio persino quando erano ammalati.
Lo scorso Maggio, in Francia, è uscito un libro-inchiesta dal titolo: “Ryanair. Low cost mais à quel prix”? (Ryanair. Low cost ma a che prezzo?) in cui l’autore – Christian Fletcher, un pilota della compagnia aerea – ha potuto scrivere un vero e proprio atto di accusa, con passaggi in cui si leggono cose del genere: “Sareste tranquilli in quanto passeggeri se sapeste che il comandante ha dormito appena 3 o 4 ore la notte precedente?“.
Da brividi. La Ryanair ha risposto alla pubblicazione del libro con una querela.
La situazione attuale
Molti piloti e personale di bordo hanno deciso di lasciare la Ryanair e accettare proposte di lavoro molto migliori per compagnie cinesi o europee.
La Ryanair sta tentando in tutti i modi di fermare l’emorragia del personale di volo, proponendo bonus ed altre agevolazioni, che al momento però non sembrano aver convinto i lavoratori.
In tutto ciò a risentirne sono i passeggeri, che – stando almeno alla situazione attuale – fino al prossimo Marzo 2018 non avranno alcuna garanzia di poter volare con la compagnia low-cost.
Migliaia di passeggeri da risarcire
Ovviamente, la cancellazione di centinaia e centinaia di voli, ha provocato la reazione dei passeggeri, che hanno tempestivamente fatto richiesta di risarcimento dei biglietti non utilizzati per colpa della Ryanair.
Abbiamo parlato in questo recente articolo di come fare richiesta di risarcimento.
Da parte di Ryanair comunque, sembra esserci la volontà di rimediare al dissesto totale, non solo per ciò che riguarda i diritti dei lavoratori, tema che continueremo a seguire, ma anche per ciò che è relativo ai passeggeri che resteranno a terra da Novembre 2017 a Marzo 2018, secondo le nuove disposizioni aziendali.
Se si pensa che, nei cinque mesi che intercorrono tra Novembre e Marzo, i voli Ryanair suscettibili di cancellazione, potranno essere circa 800.000 su ben 34 rotte, appare chiaro il tenore delle problematiche che l’azienda dovrà risolvere.
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