<p>Quando <strong>muore una persona</strong>, in special modo se <strong>consanguineo o consorte</strong>, si crea uno strappo dentro l’animo, tale da poter portare anche a un periodo di depressione. <strong>Il lutto è considerato la prima causa di stress</strong> per gli esserei umani.</p>



<p>Purtroppo nessuno è esente da questo evento, e quando qualcuno scompare è anche necessario pensare al dopo, e alle diverse <strong>pratiche burocratiche</strong> che è necessario avviare.</p>



<p>Tra di esse, vi è la richiesta per ottenere la <strong>pensione di reversibilità</strong>. Molti lettori chiedono chiarimenti, in quanto non si conosce abbastanza questo tema, che viene sempre affrontato <strong>quando avviene un lutto familiare</strong>.</p>



<p>Ecco quindi tutte le informazioni utili e necessarie per comprendere meglio di cosa si tratti e <strong>chi sono i beneficiari della pensione di reversibilità</strong>, che in molti casi è fondamentale per il sostegno di chi resta.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Che cos’è la pensione di reversibilità</h2>



<p>Con il termine <em>pensione di reversibilità</em>, si indica un’indennità che viene riconosciuta agli <strong>eredi diretti del defunto</strong>. Perché è stata varata una misura di questo genere? Fondamentalmente perché, in special modo da qualche anno, la <strong>crisi economica </strong>non permette a molte famiglie di sostenersi economicamente nel caso in cui <strong>viene a mancare il maggiore percettore di reddito</strong> che, ancora ai nostri giorni, in molti casi è il marito o padre, quindi l’elemento adulto maschile. </p>



<p>Un dato per comprendere il fenomeno: il 90% dei maggiori percettori di reddito, in Italia, è di sesso maschile.</p>



<p>È pur vero che non sono rari i casi in cui <strong>è la donna a percepire il maggior reddito</strong> o addirittura l’unico, ma solitamente è la componente maschile a dare il <strong>maggior contributo economico al nucleo familiare</strong>. </p>



<p>Venendo a mancare il reddito maggiore, quindi, gli eredi diretti si troveranno a dover fare i conti, oltre che col dolore, anche con il <strong>bilancio mensile</strong>. Per tale ragione, quindi, esiste la <strong>pensione di reversibilità</strong>.</p>



<p>La prestazione economica viene <strong>erogata dall’INPS agli aventi diritto</strong> e che presentino determinate caratteristiche.</p>



<p>Anche nel caso in cui la persona deceduta non era pensionata ma lavoratore, gli eredi hanno diritto alla pensione di reversibilità, che cambia il nome in <strong>pensione di reversibilità diretta</strong>, cui si ha diritto solo se il lavoratore deceduto aveva maturato un determinato numero di <strong>contributi versati</strong>.</p>



<div class="wp-block-image"><figure class="aligncenter"><img src="https://consumatori.blog/wp-content/uploads/2019/09/inps-1024x685.jpg" class="wp-image-4114"/></figure></div>



<h2 class="wp-block-heading">Chi ha diritto alla pensione di reversibilità</h2>



<p>Un chiarimento va fatto su chi ha diritto a percepire la
pensione di reversibilità. Ecco la lista dei beneficiari:</p>



<ul class="wp-block-list"><li>In primo luogo il diritto è del <strong>coniuge superstite</strong></li><li>In secondo luogo hanno diritto i <strong>figli minorenni </strong>o se maggiorenni e ancora studenti</li><li>In mancanza del coniuge o dei figli, la pensione di reversibilità spetta ai <strong>genitori del de cuius</strong> (con tale termine si indica il soggetto il cui reddito ; e patrimonio sono oggetto di eredità)</li><li>Infine, <strong>ai nipoti e ai fratelli o sorelle inabili e non sposati</strong></li></ul>



<h2 class="wp-block-heading">Documenti da presentare</h2>



<p>Per <strong>ottenere la reversibilità</strong> è necessario presentare all’INPS, per permettere all’istituto di previdenza di calcolare l’importo,  ;i seguenti documenti:</p>



<ul class="wp-block-list"><li>certificato di morte </li><li>certificato di matrimonio </li><li>stato di famiglia alla data del decesso</li><li>estremi del conto corrente bancario o postale
per l’accredito dell’indennità mensile</li></ul>



<p>E’ possibile <strong>autocertificare tutti e tre i documenti</strong>, semplicemente scrivendo una dichiarazione, sotto la propria responsabilità e con rimando a verificare l’esattezza delle dichiarazioni rilasciate all’INPS.</p>



<p>Inoltre, è necessario munirsi di:</p>



<ul class="wp-block-list"><li>modello unico o modello 730</li><li>in caso di presenza di figli superstiti: certificazione
della frequenza scolastica</li></ul>



<h2 class="wp-block-heading">Reversibilità in caso di separazione o divorzio</h2>



<p>Anche nel caso in cui i coniugi fossero<strong> separati al momento del decesso</strong>, e se non era stato riconosciuto addebito al coniuge superstite, questi ha diritto a percepire la reversibilità. </p>



<p>Stessa cosa in caso di <strong>divorzio</strong>: l’ex coniuge ha diritto all’indennità mensile a patto che non abbia riconosciuto alcun diritto a percepire <strong>assegno di mantenimento</strong>.</p>

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quindi io Figlio di una persona invalida ma pensionata con la pensione lavorativa e con l'assegno di accompagnamento per l'invalidità,
alla richiesta della reversibilità mi è stato risposto che io devevo dessere invalito al 100% per poter usufruire di suddetta reversibilità
però vedo vhe molti prendono òla revdersibilità dei genitori pur non essendo invalidi
premetto che io ho una invalidità del 80%