Esiste un mestiere, molto importante, anzi essenziale, che troppo spesso non viene considerato tale e che, eppure, è il fondamento della buona riuscita della società in cui viviamo. Questo mestiere è quello della casalinga.
Un lavoro oneroso, che presuppone una serie di incarichi anche usuranti a volte, e che rendono migliore la vita di ognuno di noi. Eppure, con troppa facilità si pensa, ancora oggi, che la casalinga – o il casalingo – non facciano un vero lavoro.
Come se mantenere pulita una casa, occuparsi della spesa alimentare, di cucinare, di provvedere all’educazione dei figli, di portarli a scuola o altrove, e gestire l’amministrazione di un nucleo familiare fosse cosa da poco.
Nessuno, fino al 1998, aveva pensato di creare un sistema di previdenza per questa figura tanto importante. Poi, finalmente, ecco arrivare la soluzione: un fondo pensione per le casalinghe, a cui comunque possono iscriversi anche gli uomini. I tempi sono cambiati e non sono poche le situazioni in cui il percettore di reddito è la donna e l’uomo, senza un lavoro, sceglie di occuparsi delle incombenze casalinghe.
Vediamo insieme di cosa si tratta, come funziona il versamento dei contributi e a cosa da diritto.
In questo articolo parliamo di:
Il fondo pensione casalinghe, avviato dal primo gennaio 1998, è la pensione prevista dall’INPS per chi svolge esclusivamente lavoro domestico ma non retribuito.
Possono iscriversi al fondo di previdenza donne e uomini di età compresa tra i 16 e i 65 anni:
L’unico modo per inoltrare la domanda è in forma telematica attraverso uno dei canali elencati di seguito:
Dopo aver effettuato l’iscrizione al fondo, non ci sono somme stabilite per i versamenti, in quanto l’importo è libero. Versando almeno 25,82 euro si otterrà l’accreditamento di un mese di contribuzione.
In pratica: l’INPS accrediterà tanti mesi di contributi per quanti ne risulteranno versati, e dividerà l’importo complessivo proprio per la cifra appena citata: 25,82 euro.
Esempio pratico: se in un anno si saranno versati 150 euro, dividendo questa cifra per 25,82, saranno accreditati 6 mesi di contributi. Non ci sono scadenze per ciò che riguarda i versamenti, che possono essere effettuati in qualsiasi periodo dell’anno, pagando con bollettini di conto corrente postale che l’INPS invierà direttamente a casa dell’assicurato, dopo l’accoglimento della domanda.
Si possono anche scaricare i bollettini sul proprio PC, in formato .pdf, accedendo al portale dell’INPS e seguendo questo percorso dopo essersi loggati: Cittadino>Fondo Previdenza Casalinghe>Stampa bollettino.
ATTENZIONE: questi contributi sono totalmente deducibili dal reddito imponibile Irpef anche per i familiari fiscalmente a carico. Non essendo un lavoro dipendente, nessun altro adempimento amministrativo è necessario.
Per quanto riguarda la cosiddetta pensione di vecchiaia, bastano cinque anni di contribuzione, corrispondenti a 60 mensilità, ricordando però che verrà liquidata solo a patto che l’importo maturato sia almeno pari all’ammontare dell’assegno sociale, maggiorato del 20%, che corrisponde a 1,2 volte l’assegno sociale.
Per questo motivo, è anche bene calcolare quanto versare ogni anno, nel caso in cui si desiderasse ottenere una pensione precoce.
Se, invece, si raggiunge il 65° anno di età, non si calcolerà più in base ai contributi versati ma si riceverà la meritata pensione.
Anche la pensione di inabilità si può percepire dopo aver versato almeno cinque anni di contributi, ma in questo caso deve intervenire la totale e permanente impossibilità nello svolgere qualsivoglia tipologia di attività lavorativa.
ATTENZIONE: in questo tipo di pensione non è prevista la concessione ai superstiti che, in caso di morte dell’assicurato, non potranno fare richiesta di reversibilità.
Non basta versare i contributi all’INPS che è, di fatto, un ente previdenziale che eroga pensioni e sussidi economici.
L’iscrizione all’INAIL è obbligatoria, in quanto assicura la persona che svolge i lavori casalinghi, essendo questo l’Istituto Nazionale per le Assicurazioni contro gli Infortuni sul Lavoro.
La domanda centrale a questo punto è: quanto si percepirà di pensione a tempo debito? Essendo una pensione calcolata col metodo contributivo, e quindi in base a quanto si versa annualmente, non si può dare una risposta univoca.
Facciamo un esempio pratico: se si verserà ogni anno, per un periodo di 40 anni, un minimo di 25,82 euro, si creerà un montante contributivo – quanti contributi si sono versati – di 12.393 euro che, rivalutato (anche se è una mera ipotesi) a 20.000 euro, porterà a una pensione annuale di circa 1000 euro, che significa 80 euro al mese.
Ovvio quindi che sarà necessario far bene i conti su quanto si intenderà versare ogni anno: più si versa più alta sarà la pensione mensile.
C’è, però, un aspetto interessante da conoscere: quello della cumulabilità con la pensione sociale, che spetta a tutti quei cittadini che, al compimento del 65° anno di età, si trovino in difficoltà economiche.
La buona notizia è che la pensione casalinghe è cumulabile con la pensione sociale. Ecco, quindi, che l’assegno mensile in questo caso sarà più alto, grazie ai contributi versati nel corso degli anni.
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