Quando si parla di disabilità non si pensa, spesso, alle tante compromissioni che una condizione di handicap apporta alla vita quotidiana.
La nostra Costituzione, una delle più attente ai diritti civili della popolazione, ha fissato come prioritario il criterio di pari dignità sociale, così come il fatto che sia compito della Repubblica “Rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano, di fatto, la libertà e l’eguaglianza dei cittadini”. (Articolo 3 della Carta costituzionale).
Riflettiamo ora sulla condizione di svantaggio sociale ed economico di chi subisce un grado di invalidità tale da non permettere, per esempio, il normale svolgimento delle azioni quotidiane, e nei casi più gravi, la conseguente necessità di dipendere totalmente da una terza persona.
Per tale ragione lo Stato, nel corso degli anni, ha dovuto varate una serie di norme atte a cancellare questa disuguaglianza sociale, mantenendo salvo – per quanto possibile – il diritto costituzionalmente riconosciuto dall’articolo 3.
La legge che disciplina i diritti delle persone disabili e dei loro familiari, è la N° 104/92 e abbiamo pensato di approfondirne ogni aspetto, per rendere di più facile comprensione ai lettori il suo contenuto, le applicazioni, e anche l’iter per presentare la domanda di acquisizione di questi diritti.
In questo articolo parliamo di:
Nel 1992 fu emanata la legge quadro 104, all’interno della quale sono stabiliti i principi che sono relativi all’assistenza, ai diritti e all’inclusione sociale delle persone handicappate.
Come accennato in precedenza, questa legge è molto importante per garantire alle persone disabili e ai loro familiari, un sostegno concreto che miri a non discriminare gli individui più fragili.
Leggendo il testo di legge, all’articolo 1 sono fissate le regole fondamentali che sono alla base della normativa. Ecco quali sono i fondamenti della legge in questione:
Questi punti fondamentali si adattano a ogni settore sociale: dal lavoro allo studio, passando per l’ambito sanitario, per le attività sportive e senza dimenticare l’accesso ai trasporti e a ogni altro altro ambito civile.
Passiamo a uno degli argomenti più importanti di questa legge: le persone a cui è rivolta.
Chiariamo subito un punto: la Legge 104 non è inerente al riconoscimento dello stato di invalidità civile. Ciò significa che, per chiedere il riconoscimento dello stato di invalidità è necessario fare riferimento ad altre leggi in vigore e a un diverso iter.
La 104 contiene una serie di misure atte ad agevolare la vita delle persone già riconosciute disabili, non quindi a riconoscerne lo stato di invalidità.
A secondo dello stato di gravità della disabilità, poi, questa normativa prevede misure e prestazioni diverse anche di ordine fiscale. Inoltre, anche i familiari delle persone a cui vengono riconosciuti i diritti previsti dalla normativa ottengono a loro volta il diritto a usufruire di alcune agevolazioni, tutte mirate a poter sostenere il congiunto in stato di handicap.
In questo caso i familiari assumono la figura di caregiver: prestatore di sostegno, o badante.
Poiché, come già espresso, la normativa è stata varata per agevolare la vita quotidiana delle persone affette da patologie tali da rendere difficoltosa la quotidianità, è stato necessario stabilire regole precise anche in base ai diversi gradi di handicap.
Il fondamento, infatti, non è tanto quello della patologia, quanto l’impatto che la patologia disabilitante causa sulla vita di ogni giorno. Per fare un esempio concreto: prendiamo il caso di una persona costretta a vivere su una sedia a rotelle perché tetraplegica.
Questa persona non può compiere le stesse azioni di chi non è affetto da tetraplegia. Di conseguenza, ha necessità di servizi speciali, sostegni concreti per abbattere quanto più è possibile gli ostacoli che si frappongono tra la sua condizione e la realtà civile.
Il requisito fondamentale per accedere alle agevolazioni previste è contenuto all’articolo 3 comma 1, che recita:
“È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione”.
Questi sono i presupposti che determinano i requisiti di accesso alle agevolazioni della Legge 104.
All’articolo 3 comma 3, invece, si stabilisce l’ordine di massima gravità della condizione di handicap, come descritto nel paragrafo successivo.
In aggiunta a queste specifiche, arriva l’articolo 3 comma 3, che stabilisce inoltre che:
“Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità. Le situazioni riconosciute di gravità determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici”.
Stabilito quindi il criterio di assegnazione dei diritti previsti dalla Legge 104, ecco che sorge spesso un dubbio: anche i parenti possono usufruire di qualche agevolazione? La risposta è sì.
Dopo aver ottenuto l’approvazione, ecco i gradi di parentela che possono usufruire dei permessi lavorativi previsti per sostenere le persone affette da handicap:
Come funziona l’iter per il riconoscimento dello stato di handicap?
Si inizia con la richiesta al proprio medico di famiglia di produrre una certificazione che attesti la presenza delle minorazioni fisiche o psichiatriche.
Ecco di seguito l’iter procedurale:
Per inoltrare la domanda è necessario essere in possesso di un servizio SPID – Sistema Pubblico di Identità Digitale – senza il quale non è possibile accedere ai servizi online.
È anche possibile entrare in contatto con il Contact Center dell’Inps, digitando da rete fissa il numero verde gratuito:
ed ecco il numero telefonico per chi chiama da rete mobile:
Entro i successivi 30 giorni dalla data di presentazione della domanda, che si abbassano a 15 nel caso in cui siano presenti patologie oncologiche, chi ha presentato la richiesta sarà convocato a visita attraverso la ricezione di una raccomandata con ricevuta di ritorno.
ATTENZIONE: si consiglia di rivolgersi a un patronato che può più facilmente espletare questo iter.
La commissione della ASL per la valutazione dello stato di handicap deve essere composta da medici specializzati nelle patologie elencate nel certificato medico introduttivo, e da un presidente di commissione dell’Inps.
È necessario presentarsi alla visita muniti di:
La commissione dopo la visita di valutazione dovrà redigere il verbale, che può avere esito positivo o negativo.
Anche in caso di esito positivo, e quindi di accettazione della domanda, ci sono ancora due possibilità:
E’ molto importante parlare dell’articolo 3 comma 3 della legge 104/92. Questo è infatti l’articolo che, quando viene assegnato alla persona disabile, conferma la gravità della condizione di handicap tale da necessitare una serie di servizi di sostegno dedicati alla persona, ma anche ai familiari che se ne prendono cura, i cosiddetti caregiver.
La commissione, dopo aver valutato attentamente tutta la documentazione medico-sanitaria della persona disabile, deve pronunciarsi entro 90 giorni.
Nel caso in cui si sia presentata una richiesta di riconoscimento dello stato di handicap in situazione di gravità, e la commissione non si pronuncia entro i 45 giorni successivi alla visita, si procede a un accertamento in via provvisoria da parte di un medico specializzato nelle patologie attestate attraverso le certificazioni mediche.
Questo accertamento ulteriore, seppur con effetti provvisori, ha validità almeno fino al compimento dell’accertamento da parte della commissione.
Le linee guida di questa normativa prevedono alcune agevolazioni atte a favorire l’inclusione sociale della persona con handicap. Di seguito la lista delle agevolazioni, anche di tipo fiscale, di cui hanno diritto i destinatari della Legge.
La Legge 104 prevede la concessione dell’Iva agevolata al 4% per l’acquisto di:
Sulla spesa affrontata per l’acquisto di un veicolo, la legge 104 consente agli assegnatari una detrazione Irpef del 19% e fino a un massimo di spesa di 18.057,99 euro.
Inoltre, si ha diritto all’esenzione del bollo auto, oltre a essere esonerati dal versamento dell’imposta sulla trascrizione in caso si debba procedere a un passaggio di proprietà.
Quest’agevolazione è dedicata ai familiare che abbiano una persona disabile a loro carico. In situazioni simili, essi hanno diritto alla deduzione integrale dal reddito delle spese sostenute per l’assistenza.
Col termine “Spese di assistenza”, si indicano quelle sostenute per gli assistenti di base, per le prestazioni erogate da personale socio sanitario (OSS), per gli educatori professionali, per la terapia occupazionale, per l’assistenza riabilitativa e per quella infermieristica.
Sono poi previste detrazioni per le spese sanitarie. Si possono detrarre totalmente tutte le spese sostenute, per esempio, per i medici specialisti, per l’acquisto di sedie a rotelle o poltrone speciali, per l’acquisto di mezzi di deambulazione e sussidi sanitari di altro genere.
Per ciò che riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche, la Legge 104 concede una detrazione Irpef del 36% sui costi determinati dalla necessità di installare ascensori, rampe e altri lavori strutturali utili all’inclusione sociale del disabile.
All’articolo 33 comma 3 della Legge 104, sono stati stabiliti i permessi retribuiti di cui hanno diritto i soggetti assegnatari, a patto che presentino determinati requisiti.
I principali aventi diritto sono ovviamente le persone disabili che presentano un handicap in situazione di gravità.
Il diritto è concesso anche al coniuge, al compagno convivente di fatto, alla coppia unita civilmente, ai genitori, biologici o adottivi, oppure ai parenti o affini entro il secondo grado di parentela della persona a cui sia stato riconosciuto l’articolo 3 comma 3 della Legge 104.
I permessi retribuiti, sia che siano fruiti direttamente alla persona con handicap grave, sia che vengano fruiti dal coniuge, dai genitori o dai parenti o affini, possono essere utilizzati scegliendo tra le seguenti opzioni:
Nel caso in cui la giornata lavorativa è minore di 6 ore, il permesso giornaliero è ridotto a un’ora.
ATTENZIONE: nel caso in cui si tratti di un minore disabile in situazione di gravità di età compresa tra i 3 e i 12 anni, i genitori possono usufruire del prolungamento del periodo di congedo parentale.
Il lavoratore che ha diritto ai permessi retribuiti, sia che si tratti direttamente del soggetto a cui sia stata riconosciuta la gravità dell’handicap, sia che si tratti dei parenti e affini, deve innanzitutto essere un lavoratore dipendente. Sono infatti esclusi i lavoratori con contratto parasubordinato e i lavoratori autonomi.
Al datore di lavoro va consegnata una copia della certificazione rilasciata dalla commissione Inps, in cui si conferma la gravità dell’handicap e l’assegnazione dei benefici di legge secondo le norme contenute all’articolo 3 comma 3 della Legge 104.
ATTENZIONE: è anche richiesto che il disabile non debba vivere a tempo pieno presso una struttura medico sanitaria.
Cliccando sul pulsante su cui appare la scritta Download, si può scaricare sul proprio PC il documento integrale e ufficiale relativo alla Legge 104.
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