Cambio merce. Nella società del consumismo sfrenato è un tema molto sentito e particolarmente delicato. Se si compra su un sito di vendite online, il consumatore ha sempre la possibilità di esercitare il diritto di recesso e questo secondo le normative europee che regolano le vendite online.
Ovviamente esistono limiti che vanno rispettati, come per esempio il periodo valido per la restituzione della merce e il fatto che gli articoli devono essere restituiti nelle stesse condizioni in cui sono stati ricevuti.
Il discorso cambia quando si effettuano acquisti presso un negozio tradizionale.
In questo caso, infatti, cambiano le regole ed è bene conoscerle a dovere per non incorrere in inutili discussioni con il negoziante che, in diversi casi, può avere effettivamente ragione quando nega al cliente l’opportunità di restituire un capo di abbigliamento, un accessorio, un articolo di elettronica o qualsiasi altro prodotto acquistato presso un punto vendita fisico.
Per chiarire queste regole e per rispondere ai lettori che ci chiedono di spiegare come funziona il reso merce quando si acquista in un negozio fisico, abbiamo pensato di sviluppare questa guida di approfondimento.
Nei prossimi paragrafi scoprirai quindi quali sono le regole di reso quando acquisti in un negozio tradizionale, quando un commerciante può rifiutare un reso merce e qualche informazione su come eventualmente avere ragione se un prodotto acquistato si scopre difettoso dopo averlo portato a casa.
In questo articolo parliamo di:
Iniziamo con la normativa di riferimento sul reso merce quando si effettuano acquisti presso un negozio fisico. Il decreto Legge di riferimento è il Dlgs 24/2002 in attuazione della direttiva europea numero 1999/44.
Ciò che però è interessante dal punto di vista del consumatore, è il contenuto del Codice del Consumo all’interno del quale sono contenute le regole che stabiliscono i diritti e i doveri di consumatori e commercianti.
Per esempio, l’articolo 52 del Codice del Consumo è quello all’interno del quale sono espresse le regole sul diritto di recesso quando si effettuano acquisti a distanza, il che significa online, per posta tradizionale o via telefono.
Quando leggi “Acquisti per posta” si intendono gli acquisti fatti scegliendo da un catalogo cartaceo e poi inviando l’ordine compilando il modulo allegato. Si deve poi spedire l’ordine per posta tradizionale o via fax. L’esempio più popolare è il famoso catalogo Postalmarket.
La regola fondamentale da memorizzare è che se invece si acquista presso un negozio fisico non esiste una legge che obblighi il commerciante ad accettare la restituzione di un articolo che non presenti difetti, quindi per semplice ripensamento, ecco che iniziamo a intravvedere quali sono i casi in cui si può chiedere e ottenere la sostituzione di un articolo o, in alcuni casi e solo a discrezione del venditore, la restituzione del denaro speso.
Ecco un riepilogo che è esaustivo del quando e perché si può esercitare il diritto di reso:
ATTENZIONE: secondo le normative in vigore sul tema del diritto al ripensamento e al reso, si legge questa frase “Per acquisti effettuati al di fuori dell’esercizio commerciale“. In questo caso, si intende dire che se un commerciante vende anche fuori dai locali del suo negozio, attraverso un sito web per esempio, allora il consumatore ha diritto al ripensamento e quindi a presentare la richiesta di reso. Le normative di riferimento sono abbastanza complesse ma questa guida ha l’ambizione di chiarire diversi aspetti delle regole in vigore.
Chiarito il fatto che gli acquisti che scegli di effettuare nei centri commerciali, nei punti vendita di famosi marchi, nelle catene mono-marca o presso le botteghe non ti danno il diritto di restituzione della merce per norma di legge, scopriamo insieme in quali casi puoi chiedere e ottenere il reso in negozio.
I casi che danno diritto al reso si riducono quindi agli articoli difettosi, rovinati o non funzionanti. Ciò significa che non è concesso al consumatore di restituire un articolo in negozio semplicemente perché ci ha ripensato, è bene ricordare questa norma.
Il tutto è riportato sul Codice del Consumo all’articolo 128 e successivi. Esiste poi la cosiddetta “Garanzia del venditore” che si applica nelle situazioni che scoprirai di seguito.
BUONO A SAPERSI: alcuni negozianti concedono alla clientela la possibilità di sostituire un prodotto acquistato presso il punto vendita anche in caso di ripensamento ma sia chiaro che essi non hanno il dovere di accettare le richieste di reso. E’ a loro discrezione quindi è inutile imporsi con i negozianti.
Se un prodotto di qualsiasi genere, acquistato presso un punto vendita tradizionale presenta difetti di conformità, quindi non sia funzionante o se si scopre che un capo di abbigliamento è rotto o rovinato, ecco che scatta la garanzia legale.
E’ utile la lettura dell’approfondimento sulle norme relative alla garanzia del venditore che chiariscono in maniera dettagliata le condizioni che danno diritto al reso.
Puoi leggere le regole in vigore accedendo dal seguente collegamento dal sito ufficiale dell’AGCM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: Garanzia del Venditore – Guida per il consumatore.
La garanzia legale ha una durata di 2 anni ma il consumatore deve esercitare il diritto al reso entro due mesi dalla scoperta del difetto o del malfunzionamento.
Per chiedere il reso, la sostituzione o la riparazione del prodotto, il consumatore deve portarlo presso il venditore munito di scontrino o ricevuta fiscale che attesti l’avvenuta compravendita. Anche questa regola è contenuta all’interno della Garanzia del Venditore – Guida per il consumatore.
In alcuni casi è consigliabile anche far precedere la visita in negozio da una lettera raccomandata con richiesta di reso specificando le motivazioni, il difetto o il malfunzionamento, quando per esempio si tratta di prodotti di un certo valore come elettrodomestici o dispositivi elettronici.
BUONO A SAPERSI: poiché i moderni scontrini emessi dai dispositivi di pagamento sono stampati su carta termica che, col passare del tempo, cancella le scritte sulla carta speciale, si consiglia in generale di effettuare una copia o una scansione dello scontrino affinché, in casi simili, non si rischi di non essere in possesso della ricevuta di pagamento.
Passiamo ora ai doveri del venditore quando si presenta un caso di difformità di un prodotto venduto presso il suo punto vendita.
L’articolo 130 del Codice del Consumo recita ai primi 3 punti:
Inoltre, l’articolo 132 del Codice del Consumo spiega le regole relative al diritto di regresso:
Come è chiaro, quindi, il consumatore ha diritto al reso nei casi in cui il prodotto acquistato in un negozio fisico presenti difetti di conformità al momento dell’acquisto. Deve però prestare molta attenzione ai termini entro il quale chiede di esercitare il suo diritto, che non devono oltrepassare i 2 mesi dal momento in cui scopre il difetto.
Tenendo in considerazione quello che hai appena letto, è quindi chiaro che se acquisti presso i negozi tradizionali potrai chiedere di effettuare un reso solo a fronte di determinate condizioni.
Nel caso in cui il prodotto che hai acquistato dovesse presentare difetti gravi o un malfunzionamento totale – nel caso di dispositivi elettrici o elettronici – hai diritto ad ottenere un prodotto identico e in tempi brevi.
Se il malfunzionamento è riparabile con facilità invece, non hai diritto al cambio merce ma solo all’eventuale riparazione gratuita in base al fatto che i prodotti sono coperti dalla garanzia legale che dura 2 anni.
Nel caso in cui i tempi per aggiustare il malfunzionamento dovessero essere prolungati, puoi trattare col negoziante per ottenere uno sconto sull’oggetto che hai acquistato attraverso la restituzione della somma convenuta come scontistica.
La cosa importante che devi ricordare è questa: quando scegli di acquistare presso un negozio tradizionale, potrai ottenere il cambio merce solo se il danno è di grave entità ma non era noto al momento dell’acquisto. Questa situazione può capitare se acquisti un prodotto elettrico o elettronico e non è possibile testarlo prima del pagamento alla cassa.
Questa soluzione non è riportata nelle regole del Codice del Consumo ma può essere stabilita a discrezione del negoziante.
ATTENZIONE: se hai acquistato presso una catena commerciale per chiedere di effettuare il reso devi recarti nello stesso punto vendita presso il quale hai fatto shopping.
Una delle domande che il consumatore medio si pone è quella relativa a una richiesta di cambio merce quando si presentano i casi descritti in precedenza, ma non si è più in possesso dello scontrino oppure esso è scolorito al punto da non essere leggibile, come spiegato in precedenza.
Esiste un modo per ottenere ugualmente il diritto in questione e si applica se si è effettuato il pagamento con carta di credito o bancomat. Se è questo il tuo caso, cerca la ricevuta di pagamento del venditore, magari stampandola dal tuo home banking via internet o dall’applicazione che usi per gestire la tua carta e il tuo conto. Questa ricevuta contiene i dati della compravendita e del venditore.
Stampa questa ricevuta e presentala al negoziante che non potrà rifiutare la tua richiesta anche perché nulla come la ricevuta del tuo pagamento con carta conferma in maniera assoluta il tuo pagamento.
A questo punto hai più chiaro il funzionamento del cambio merce quando effettui gli acquisti presso i negozi tradizionali. Puoi farlo quando un articolo presenta difetti o malfunzionamenti o se il venditore, anche per fidelizzarti come cliente, decide di concederti questa opportunità.
Ti è capitato di chiedere di restituire un articolo a un negoziante e di ricevere un “No”! perentorio e non capivi il motivo? Ora sai che aveva diritto a negarti un ripensamento sull’acquisto.
Se invece hai comprato un articolo e hai scoperto solo in un secondo momento che non funziona o che ha un difetto, ora sei al corrente del fatto che anche avendolo acquistato presso un punto vendita tradizionale hai diritto alla sostituzione, al reso o alla riparazione, secondo quanto deciderete insieme al venditore e secondo il caso.
Conoscere le regole e le normative è fondamentale, specialmente quando vestiamo i panni del consumatore. La conoscenza ci consente di esercitare i nostri diritti quando li abbiamo ed è bene esercitarli per creare una società più giusta per tutti.
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