Un esercito composto da circa 5 milioni di persone di nazionalità italiana, attualmente vivono e lavorano all’estero. Le cause di questo vero e proprio esodo, comparabile solo a quello che si realizzò nel secondo dopoguerra, sono principalmente di ordine economico: giovani e meno giovani, così come avveniva un tempo, scelgono di emigrare in cerca di migliori condizioni di lavoro ed economiche.
Circa 250.000 italiani, ogni anno, fanno, prendono questa decisione.
Laureati, diplomati ma anche interi nuclei familiari e anziani: non esiste nessuna differenza sociale o di età, oggi, per chi decide una trasformazione tanto drastica nella propria esistenza. Si parte e si creano i presupposti per una vita migliore. Per quanto riguarda gli anziani, la decisione – fondamentalmente – parte dalle migliori condizioni fiscali che, in altre nazioni, rendono la pensione più ricca rispetto che in Italia. Se si pagano meno imposte, la capacità economica aumenta.
Uno dei problemi degli italiani che vivono all’estero è quello relativo all’assistenza sanitaria. Ecco perché abbiamo deciso di parlarne, dopo aver ricevuto molte richieste da parte dei nostri lettori.
In questo articolo scoprirai tutte le informazioni utili sul tema.
In questo articolo parliamo di:
Sia che ci si trovi all’estero per una breve vacanza, per un periodo di lavoro sia che il trasferimento sia in pianta stabile, la buona notizia è che gli italiani all’estero hanno una serie di tutele per ciò che riguarda l’assistenza sanitaria.
È però necessario sapere che esistono condizioni diverse in base alla nazione in cui ci si trova.
Partiamo intanto dal presupposto che, quando un italiano va all’estero per un periodo superiore ai 12 mesi è obbligato a iscriversi all’A.I.R.E. – Anagrafe Italiani Residenti all’Estero – che comporta una serie di doveri ma anche di diritti, in special modo quando si parla di assistenza sanitaria.
Nel momento in cui avviene la registrazione all’A.I.R.E. di fatto viene cancellata la posizione presso l’anagrafe del comune italiano di provenienza. Con ciò, si determina, però, il diritto all’assistenza sanitaria sul territorio della nazione estera presso la quale si è andati a vivere.
Esistono una serie di convenzioni che è utile conoscere, stipulate tra il Ministero della Salute italiano e le varie nazioni estere. Sul sito del Ministero, è stato inserito un utile modulo attraverso il quale è possibile conoscere, nazione per nazione, come comportarsi in caso di viaggio per vacanza, trasferimento di breve durata o trasferimento permanente, ecco il link: se parto per…
Inserendo nell’apposito modulo la nazione verso cui ci si sta dirigendo e il motivo del viaggio, oltre alla durata della permanenza, si otterranno tutte le informazioni utili, ed è bene dargli un’occhiata prima di definire la partenza.
ATTENZIONE: ricordare che, nel caso in cui ci si trasferisca all’estero e si realizzi l’iscrizione all’A.I.R.E. si perdono i diritti sanitari che si erano acquisiti in Italia, tranne che in determinati casi, come scoprirai nel prossimo paragrafo.
Nel caso in cui si debba tornare in Italia per un periodo di tempo, si può comunque usufruire dell’assistenza sanitaria, ricordando però che:
Per ottenere il diritto all’assistenza temporanea, è necessario recarsi presso la ASL di riferimento, presentando la dichiarazione di cittadino italiano residente all’estero, che viene rilasciata dal consolato italiano sul territorio della nazione presso la quale si è andati a vivere, oppure si può anche effettuare un’autocertificazione.
Per chi è espatriato in una nazione che fa parte della Comunità Europea la situazione è più semplice perché la stessa tessera sanitaria rilasciata in Italia, è valida in tutte le nazioni europee e dà quindi diritto alle prestazioni mediche di ogni tipo, compreso il parto in ospedale.
Sul retro della tessera sanitaria, infatti, ci sono i dati che permettono di poter usufruire dell’assistenza sanitaria in tutte le nazioni europee, comprese le nazioni dello spazio economico europeo che sono: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
Esistono però alcune eccezioni. Determinate categorie di persone hanno diritto all’assistenza sanitaria, al loro rientro in Italia, 365 giorni l’anno. Sono casi particolari, ed è bene sapere di chi si tratti, perché magari si rientra in uno di essi.
Ecco la lista completa:
Molti di coloro che sono andati a vivere in nazioni extraeuropee che non hanno stipulato particolari accordi con il Ministero della Salute italiano, si chiedono cosa fare nel caso in cui dovessero tornare, per un periodo, sul territorio nazionale.
In questi casi, è opportuno stipulare una copertura assicurativa sanitaria in Italia, che consenta – in caso di necessità – di poter ottenere le cure, i farmaci e tutto ciò che è necessario in caso di malattia o di infortuni.
Come hai letto, si può andare a vivere all’estero senza dover temere che, al rientro temporaneo in Italia, non si abbia alcun diritto alle cure. L’importante è sapere quali sono i propri diritti e come comportarsi.
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Leggi commenti
Buongiorno avrei bisogno di conoscere la fonte legale, in pratica la legge sulla quale si basa, il paragrafo presente in questo articolo "Eccezioni: le categorie che hanno diritto alla tutela sanitaria 365 giorni l’anno".
Ritengo di appartenere ad una delle categorie elencate, ma putroppo quando mi rivolgo all'ufficio USL di competenza del mio territorio, mi viene detto che non ne sono a conoscenza e mi chiedono di fargli vedere la legge sulla quale baso la mia affermazione. Grazie per l'aiuto che mi potrete dare, sono tuttora sprovvista di assistenza sanitaria, fatta eccezzione delle prestazioni urgenti.
Deborah Canale
Gentile Deborah, non posso ovviamente sapere in quale nazione lei è espatriata ed è il dato importante, in quanto la situazione cambia in base al fatto di essere andati a vivere in una nazione UE o extra UE, e se extra UE non è detto che quella nazione abbia stretto accordi bilaterali in tal senso con l'Italia
Le fornisco comunque documento redatto dal Ministero dell'Interno, che a pag.22 parla dei 90 gg (nell'arco di un anno) di copertura sanitaria gratuita per chi ne ha diritto, che nei casi di eccezione elencati nell'articolo che sta commentando, prevede una copertura di 365 giorni
Ecco il documento originale del Ministero dell'Interno: https://www.interno.gov.it/sites/default/files/0755_guida_aire_2010.pdf
Un saluto
La ringrazio per la gentilissima risposta. Sono residente sull'isola di Sint Maarten (ex Antille Olandesi) oggi indipendente, non appartenente alla UE e purtorppo senza alcun accordo bilaterale. Ho letto con attenzione l'articola da lei molto gentilmente fornitomi, ma non trovo il riferimento normativo al quale si faceva riferimento nel suo interessantissimo articolo, in specie il paragrafo "Eccezioni: le categorie che hanno diritto alla tutela sanitaria 365 giorni l’anno". Ritengo infatti di appartenere alla categoria facente eccezione 'Impiegati con rapporto di lavoro regolato a legge italiana, o con contributi previdenziali italiani." e' questo il riferimento normativo che vorrei trovare in modo da poter perorare la mia causa. Grazie anticipatamente per ogni aiuto che mi potra' fornire. Cordialmente Deborah Canale
ciao Deborah, sono finita su quest'articolo perche' cercavo la stessa tua informazione piu' o meno. leggendo il documento linkato ho trovato a pag 23 questo pezzo "In caso di rientro saltuario in Italia, i lavoratori italiani distaccati all’estero (e
loro familiari), assicurati ai sensi della Legge n. 398/87 e del D.P.R. n. 618/80,
hanno diritto a tutte le prestazioni sanitarie erogabili dal Servizio Sanitario
Nazionale." etc
che ne pensi? ciao
Scusa, ma lo vedo solo ora. Credo si tratti di cio' che il consolato italiano chiama "rientro temporaneo" ... che non e' esattamente il mio caso. Comunque grazie gli do un'occhiata
Salve Deborah, ci tenga informati nel caso in cui riuscisse a risolvere
Un cordiale saluto